giovedì 24 maggio 2007

Pensioni: non ci siamo proprio!

Venerdì 18 maggio, a Mirafiori, si è svolto uno sciopero di due ore, proclamato sulle pensioni e particolarmente riuscito. Nel documento della assemblea preparatoria, i lavoratori richiedevano a Cgil/Cisl/Uil che, a fronte del perdurare delle posizioni espresse sino ad oggi dal Governo, si costruisca da subito la più ampia mobilitazione attraverso lo sciopero generale. Come sappiamo dai giornali, la concertazione tra Governo e organizzazioni sindacali, si è bloccata proprio sul terreno difficile della abolizione dello scalone e della revisione dei coefficienti di calcolo.
Su questo tema si è espresso anche il Direttivo della Filcams Cgil del Trentino, con un documento, approvato all'unanimità, che di seguito pubblichiamo:

PENSIONI: NON CI SIAMO PROPRIO.
DICHIARIAMO LO SCIOPERO GENERALE!!

Il Ministro del Tesoro ha minacciato il sindacato: o accettate i tagli alle pensioni, oppure i tagli ci saranno lo stesso, sulla base di quanto già deciso dal governo Berlusconi.

Il Ministro del Lavoro ha proposto di peggiorare i coefficienti di calcolo delle pensioni per i più giovani e di trasformare lo scalone, cioè l'aumento a 60 anni dell’età pensionistica, previsto dalla legge Maroni per il 1° gennaio 2008, in una serie di “scalini” che però portano allo stesso risultato: 62 anni di età minima per andare in pensione, a partire dal 2014!

Il governo si è impegnato, prima delle elezioni, a superare lo scalone che innalza l’età pensionabile. Con la finanziaria ben 5 miliardi di euro sono stati presi dalle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori con l’aumento dei contributi pensionistici.
A questo punto non ci sono scuse: sulle pensioni le lavoratrici e i lavoratori hanno già dato e ora devono solo ricevere. Chiediamo:

1. la totale abolizione dello scalone, il mantenimento dell’età di pensionamento a 57 anni con 35 di contributi, senza alcun taglio dei coefficienti di calcolo delle pensioni;

2. il miglioramento delle pensioni più basse e del trattamento pensionistico per le nuove generazioni, che si vedranno le pensioni falcidiate dalla precarietà del lavoro e dal sistema contributivo;

3. la separazione totale della previdenza dall’assistenza, che deve essere posta a carico delle tasse di tutti i cittadini e non solo dei lavoratori;

4. la lotta agli sprechi, ai privilegi, a partire da quelli dei politici, al lavoro nero e all’evasione fiscale e contributiva, che sono mezzi concreti e giusti per finanziare il miglioramento del sistema pensionistico.

Il governo cerca di prendere tempo e di trascinare la trattativa per imporre al sindacato un accordo capestro. Bisogna fermare questo disegno e il modo per farlo è lo sciopero generale.
La Filcams Cgil del Trentino avvierà una capillare campagna di assemblee e si attiverà perchè si raccolgano le firme, si pronuncino le lavoratrici e i lavoratori. Il mondo del lavoro non è più disposto ad accettare tagli e sacrifici sulle pensioni e sullo stato sociale.


IL Comitato Direttivo della Filcams Cgil del Trentino

Trento, 23 maggio 2007

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Al tavolo di concertazione la CUB presenta la sua proposta.

“ I 2,5 miliardi di euro messi sui tutti i tavoli di concertazione sono una miseria”, ha dichiarato Piergiorgio Tiboni, Coordinatore nazionale CUB, presente al tavolo di concertazione sulle pensioni in corso fra Governo e parti sociali.
“Respingiamo la riforma Maroni ma anche la Dini”, ha proseguito Tiboni, “e ciò significa che non intendiamo accettare sostituzioni dello scalone con gli scalini, né la revisione dei coefficienti previsti dalla Riforma Dini. Respingiamo anche il concetto che i coefficienti possano non essere rivisti per le pensioni basse ed esserlo per quello un po’ più alte, in quanto tutto il sistema previdenziale è stato massacrato per favorire i fondi pensione”.

Tiboni ha poi illustrato i punti fondamentali della proposta della CUB in materia previdenziale:
· Calcolo della pensione sulla retribuzione degli ultimi anni di lavoro per tutti sulla base del 2% per ogni anno.
· Diritto alla pensione dopo 35 anni di lavoro o al raggiungimento dei 60 anni di età
· L’aggancio delle pensioni alla dinamica salariale e alla variazione effettiva dei prezzi
· L’aumento delle pensioni in essere per recuperare l’elevata perdita del potere di acquisto accumulata dal 1995
· L’esenzione dalle trattenute fiscali sulle pensioni.
· Assenza facoltativa post maternità elevare l’indennità al 80%
· Contribuzione figurativa per i congedi parentali
· Per gli Lsu/Lpu i contributi figurativi devono essere validi ai fini pensionistici, facendo riferimento alla retribuzione prevista dai contratti nazionali dei settori in cui sono occupati
· Rendere effettiva la separazione tra assistenza e previdenza.
· Effettiva lotta alla elusione e evasione fiscale
· Finanziamento, se necessario, della previdenza pubblica a carico della fiscalità generale
· Contrarietà all’unificazione degli enti previdenziali

Al termine dell’incontro la CUB annuncerà l’avvio di mobilitazioni in tutto il paese e in tutti i luoghi di lavoro, laddove i progetti del governo annunciati oggi dovessero concretizzarsi.

Roma, 9 maggio 2007
Ufficio Stampa

mario ha detto...

Qualora le posizioni del governo dovessero perdurare,sarà la mobilitazione del sindacato.Ritengo non corretto affrontare concetti per fare propaganda ad una formazione sindacale invece che ad un'altra,i lavoratori sono abbastanza maturi nel decidere in base ai contenuti,e nessuno può strumentalizzare situazioni importanti portando avanti una bandiera e solo quella.

Anonimo ha detto...

vedo con perplessità che quando si parla di riforma pensionistica e si portano avanti concetti come "lavoro usurante",i lavoratori del terziario rimangono fuori da questo concetto,mentre gli statali ci rientrano sempre.adesso basta con le politiche dei privilegi,anche il sindacato deve avere il coraggio di rappresentare le giuste istanze e portare avanti questo dibattito nei posti di lavoro in modo serio,altrimenti prevarranno le posizioni demagogiche da una parte e le rendite corporative dall'altra,senza dare risposte a chi,come i giovani ed i lavoratori già colpiti parzialmente oppure integralmente dalla precedente riforma Dini,non sono in grado di cedere null'altro,che il proprio diritto ad una vita dignitosa,e questo dobbiamo impedirlo.
Una critica la devo comunque fare alle organizzazioni sindacali,che si sono prestate maggiormente a parlare di fondi pensione,giustamente aggiungo,ma che non hanno trovato le motivazioni ed il tempo per parlare della riforma pensionistica in modo adeguato per promuovere quella partecipazione che troppo spesso mette paura.Perchè?.