venerdì 14 settembre 2007

COMMERCIO - NO ALLE APERTURE DOMENICALI PER RISPETTO DEI LAVORATORI.

Riportiamo, di seguito, il testo del comunicato dei sindacati del terziario di Cgil-Cisl-Uil del Veneto:

"L'acceso dibattito che si è aperto in questi giorni nel Veneto e Vicenza sulla vicenda della liberalizzazione delle aperture dei negozi di domenica e dei giorni festivi, merita una seria riflessione da parte di tutte le forze sociali e istituzionali, essendo questo un tema di grande rilevanza sociale e politica ancorché economica e, per certi versi, morale e religiosa.
Da una parte vi sono molte organizzazioni sociali e tra queste quelle dei lavoratori, fortemente contrarie all'aumento del numero delle aperture domenicali e festive e dall'altra vi è chi spinge per aprire tutti i giorni dell'anno.
Tra questi ultimi vi è la grande distribuzione (Auchan, Carrefour, Coin, ecc?), che ha intrapreso una chiara azione di pressione politica affinché gli organi istituzionali accolgano le loro richieste di liberalizzare le aperture.
Unico obiettivo della grande distribuzione è quello di realizzare da un lato il massimo profitto costi quel che costi a prescindere da valori, dai contesti sociali e da chi in queste catene distributive ci lavora, dall'altro quello di soffocare la piccola distribuzione al dettaglio che in questo modo non avrebbe nè le risorse né i mezzi per competere.
I lavoratori e le lavoratrici diventano dei numeri, che si devono adattare a tutto, ad orari e nastri lavorativi spesso pesanti fino a forme di assunzione precarie e perciò più ricattabili. Esempio eclatante è l'utilizzo di precari da parte di UPIM a Verona per tenere aperto il giorno di Pasqua cosi come ha già fatto il giorno di Natale.
In questo contesto far conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro da parte dei lavoratori e soprattutto da parte delle lavoratrici, magari mamme, come hanno denunciato le tante commesse di Vicenza, è cosa assai difficile.
Le domeniche e i giorni di festa sono per le famiglie un momento di socializzazione familiare e per superare forme di isolamento e di crescente individualismo, causa spesso di forme di degrado sociale.
La società del consumismo sfrenato viene assunta come unico valore da perseguire.
PER VENDERE DI PIÙ NON È NECESSARIO APRIRE I NEGOZI TUTTI I GIORNI DELL'ANNO.
Già oggi i negozi e, soprattutto i supermercati, sono aperti sei giorni su sette fino alle 21 della sera, proprio per venire incontro alle esigenze diversificate dei consumatori.
Così come quasi tutti gli uffici pubblici restano chiusi la domenica, giustamente, analogamente ci si può fermare nei giorni festivi nel comparto della distribuzione.
La crescita dei consumi non dipende dall'ampliamento delle aperture ma dall'aumento delle disponibilità economiche delle famiglie. E' necessario aumentare le pensioni e i salari dei lavoratori se si vuol risolvere i problemi della distribuzione. Negli ultimi cinque anni i salari italiani sono cresciuti meno di tutti i paesi europei e sono circa la metà rispetto a quelli dei tedeschi .
PER TUTTE QUESTE RAGIONE RITENIAMO CHE IL PROBLEMA DEGLI ACQUISTI DEBBA ESSERE AFFRONTATO DIVERSAMENTE DA COME PENSA DI FARE LA REGIONE VENETO ED IL SINDACO HULLWECK .
L'attuale legislazione consente deroghe alle chiusure per 12 giornate (4 natalizie + 8 durante l'anno). A queste si aggiungono ulteriori deroghe legate alle Città d'arte e Città turistiche.
PER QUESTO RITENIAMO NECESSARIO FERMARCI ALLE 12 GIORNATE.
Come FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, E UILTUCS UIL regionali e provinciali proponiamo di:
- avviare una vera discussione su cosa offrire alla gente in termini di impiego del tempo libero nelle città dal punto di vista culturale e ricreativo;
- confermare le attuali 12 deroghe alle chiusure domenicali;
- escludere le deroghe per le seguenti giornate: primo gennaio, Pasqua, venticinque aprile, primo maggio, due giugno, quindici agosto, Natale, S. Stefano;
- rivedere i concetti di Città d'arte e Città turistica, e che comunque anche in queste località non hanno senso deroghe per tutto l'anno;
- prevedere forme contrattuali collettive di turnazione del presidio domenicale da parte dei lavoratori e delle lavoratrici senza discriminazioni nei loro confronti ( oggi le nuove assunzioni non hanno alcuna maggiorazione per lavoro domenicale );
- rivedere i piani di rilascio delle licenze da parte degli Enti Locali e la loro distribuzione sul territorio.
Le forti prese di posizione dei giorni scorsi da parte di CONFCOMMERCIO e CONFESERCENTI evidenziano come la tesi della liberalizzazione indiscriminata che la regione Veneto vuole adottare non è condivisa nemmeno dai datori di lavoro. E' solo la grande distribuzione, in particolare quella straniera molto presente nella nostra realtà, a sostenere e a volere concretizzare tale obiettivo da molti non condiviso.
PER IL BENE DI TUTTI FERMIAMOCI A 12 DOMENICHE ALL'ANNO.
Ogni forzatura può solo provocare ulteriori lacerazioni sociali di cui non ne abbiamo assoluto bisogno".

Vicenza, 2 aprile 2007

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